ANDARE PER ACQUE
Percorsi alla scoperta dei luoghi d'acqua
Le vicende dei sistemi idraulici bolognesi s’intrecciano cronologicamente nell’area urbana e nel territorio, lasciando tracce che i due disegni mirano a far risaltare. L’approvvigionamento idrico della città antica, offerto dal torrente Aposa, assecondò il limite orientale dell’insediamento romano ed ebbe una derivazione occidentale, ricordata dalle vie Val d’Aposa e Avesella; tombato a partire dal Medioevo l’Aposa scorre in un suggestivo condotto (8) che seca il centro storico da viale Panzacchi (6) a viale Masini, seguendo le vie Rubbiani, S. Domenico, piazza Minghetti, de’ Toschi, dell’Inferno, piazza S. Martino, del Borgo S. Pietro. Nel tratto sottostante via Rizzoli rimane l’arcata del ponte romano (9) mediante il quale la via Emilia superava il torrente. La captazione dell’acqua potabile fu risolta dai romani nel 27 a.C. con l’acquedotto scavato sotto le colline (1), dallo sbocco del torrente Setta nel fiume Reno sino alla cinta urbana meridionale; riattivato nel 1881 tuttora copre il 20% del fabbisogno cittadino. Le Conserve del Remondato (3) e le Conserve di Valverde (2) testimoniano ingegnose tecniche idrauliche messe in opera tra Medioevo e Rinascimento per rifornire le fonti pubbliche, la Fontana del Nettuno e la Fontana Vecchia, e distribuire l’acqua all’interno del Palazzo Comunale (4, 5, 20). Il sistema delle grandi derivazioni dal Reno e dal Savena, realizzate nel XII secolo per condurre in città l’acqua destinata a usi industriali e per la navigazione collegata alla rete idroviaria del Po, conserva segni evidenti lungo i canali di Reno, delle Moline e del Navile. Nulla rimane del distretto industriale urbano che vide prosperare, tramite una capillare rete di chiaviche, le attività di numerosi opifici, quali mulini da seta, concerie, cartiere e tintorie. Sono ancora visibili le strutture delle chiuse sul Savena e sul Reno e il Navile con le sue otto conche di navigazione, oltre ai resti di alcuni opifici e manufatti destinati alla produzione di energia elettrica. A Casalecchio di Reno le strutture della Chiusa monumentale (1) sono visibili dall’esterno dal Parco del Lido e scendendo al fiume da via Giordani (2), ove si notano le rovine del primo sbarramento medioevale. In direzione di Bologna una pista ciclabile fiancheggia il Canale di Reno e consente la vista dall’alto di alcuni paraporti (3, 3a); con una breve deviazione si raggiunge il primo salto d’acqua del canale, ove è stata recentemente costruita la Centrale idroelettrica della Canonica (4). La pista prosegue attraverso il Parco Zanardi, il Giardino Calda, il Giardino del Ghisello fino a raggiungere il Ponte della Certosa (5, 6). L’ingresso del canale in città è caratterizzato dalla Grada (10, 10a) e dall’ex Pellacaneria, oggi sede dei Consorzi dei Canali di Reno e di Savena (11, 11a). Seguendo le vie della Grada, Riva di Reno, Falegnami e Righi, si raggiungono gli “affacci” sul canale nelle vie Malcontenti, Piella (16, 17) e Oberdan, fino al tratto terminale detto Canale delle Moline (18), in parte scoperto tra le vie Alessandrini e Capo di Lucca. L’itinerario prosegue all’esterno di Porta Galliera (19) ove si vede un tratto del condotto che raccoglie le acque in uscita dalla città. Nell’area dell’antico Porto Naviglio rimane l’edificio della Salara (15), raggiungibile dal Giardino del Cavaticcio (14) e da via Don Minzoni. Il percorso extraurbano prosegue lungo il Canale Navile in via Bovi Campeggi, ove è visibile il sostegno della Bova (7); seguendo via Zanardi e via Carracci si raggiunge il Parco di Villa Angeletti delimitato dal Navile (8). Superata via Gagarin si segue il sentiero sulla riva sinistra fino al sostegno del Battiferro (9) e all’ex Fornace Galotti, sede del Museo del Patrimonio Industriale (10). Dal ponte di via Gobetti si può scendere sul sentiero (alzaia) fra i due rami del Navile proseguendo a piedi o in bicicletta verso i sostegni Torreggiani (11), Landi (12), Grassi (13, 13a) fino al Ponte Nuovo. Per raggiungere il sostegno e il ponte di Corticella (14, 15), opere di Jacopo Barozzi detto il Vignola, si riprende il sentiero segnalato oppure la viabilità ordinaria da via dei Lapidari, via dell’Arcoveggio, via delle Fonti. Per Castel Maggiore e Bentivoglio si utilizza la provinciale n. 45 (via del Tuscolano, via Saliceto) e da via Matteotti si raggiunge la conca di Castagnolo nell’antico borgo dei Mulini Nuovi (17). Riprendendo via Saliceto il percorso si conclude a Bentivoglio (18, 19, 20), ove la riapertura di un tratto del Navile ha contribuito alla valorizzazione dell’abitato. Il sistema idraulico dell’area orientale della città trova il suo punto emergente nelle strutture della Chiusa di S. Ruffillo (21), origine del Canale di Savena, visibile ormai in pochi tratti scoperti, come quelli di via Corelli (22, 22a), di Chiesa Nuova (23) e dei Giardini Margherita (24).

1. Acquedotto Romano: l’acqua del torrente Setta scorre nel cunicolo sotterraneo pedonabile lungo km 18 (pendenza media 0,1%), giunge in città nei pressi di v.le Aldini sottopassando il colle dell’Osservanza. Ripulito in brevi tratti fra i sec. XVI-XVIII, fu riattivato nel 1881 dall’ing. Antonio Zannoni come acquedotto cittadino. Non visitabile perché attivo.

2. Conserve di Valverde: costruite fra il 1563-64 da Tommaso Laureti per alimentare, insieme all’acquedotto del Remondato, le fonti da lui stesso progettate (Fontana del Nettuno e Fonte Vecchia). Il complesso comprende 4 cunicoli e 3 conserve sotterranee. Per info visite: www.bolognawelcome.com. Via S. Mamolo-via Bagni di Mario. Linee bus 29b, ferm. Bagni di Mario.

3. Fonte Remonda: situata sotto il colle S. Michele in Bosco faceva parte dell’acquedotto del Remondato, che fra 1473-83 alimentò la prima fonte di piazza; è rifornita da un impianto idraulico formato da 4 cunicoli e da 3 conserve sotterranee, costruito dai monaci del convento nel sec. XIII. Via Codivilla, linee bus 30, 29b, ferm. p.le Bacchelli.


4. 5. Fonti pubbliche: volute da papa Pio IV e dal Vicelegato Pier Donato Cesi, furono progettate da Tommaso Laureti fra il 1563-66; la Fontana del Nettuno, ornata con bronzi dello scultore fiammingo Jean de Boulogne, detto il Giambologna,venne poi protetta da inferriate e dotata di quattro fontanelle esterne. La Fonte Vecchia, destinata al prelievo popolare, fu realizzata da Giovanni Andrea Della Porta. Dal 1564 il Senato affidò al custode della Fonte la cura del sistema idraulico, utilizzato fino al 1881.

6. Battifredo dell’Aposa: corrisponde al punto d’ingresso del torrente Aposa in città, un tempo era difeso da una grata in ferro; viale Panzacchi-via Rubbiani. Linee bus 32, ferm. Parcheggio Staveco.

7. Chiesa del SS. Crocifisso: eretta in senso longitudinale sul torrente Aposa (1516), fu ampliata (1534) sul ponte costruito da Antonio Morandi detto Terribilia. Rinnovata nel 1782-88 su progetto decorativo di Antonio Gambarini, conserva stucchi di Luigi Acquisti e quadrature di Flaminio Minozzi. Via del Cestello-via S. Domenico; linee bus 32, ferm. Parcheggio Staveco.

8. Condotto sotterraneo del torrente Aposa: è una galleria di ca. km 7 (larga 4-5 metri, alta 3-4 metri) che attraversa la città da sud a nord. La copertura risale a epoche diverse, dal sec. XIV agli anni ’30 del XX. Per info visite: www.bolognawelcome.com.


9. Il Ponte Romano: posto a 7 metri di profondità sotto via Rizzoli, sul decumanus maximo di Bononia, fu individuato nel 1914 e riscoperto durante il risanamento del condotto dell’Aposa nel 1996; ha una luce di 5,50 m e una volta a botte in muratura mista.

10. 10a. Canale Reno alla Grada: Il punto d’ingresso del canale in città è evidenziato dall’antica grata in ferro, che veniva calata in acqua per impedire ingressi indesiderati. Nel 2004 è stato riaperto il tratto di canale all’interno delle mura, accanto alla chiesa di S. Maria della Grada in via Calari. Viale Vicini; linee bus 32, 33, ferm. P.ta S. Felice.


11. 11a. Ex Pellacaneria della Grada: è la sede dei Consorzi di Reno e Savena, ove si conservano gli Archivi storici, mappe, plastici e un modello di ruota idraulica funzionante. L’edificio fu eretto sul canale (1681) come opificio per lavorare pelli; all’inizio del ’900 accolse due turbine per produrre energia elettrica. Per visite e informazioni: eventi@consorzireno-savena.it – tel. 051.6493527. Via della Grada 12; linee bus 32, 33, ferm. P.ta S. Felice.

12. Chiesa del Ponte delle Lame: eretta in senso longitudinale sopra il Canale di Reno nel 1527, venne rifatta nel 1764 da Marc’Antonio Bianchini e decorata con stucchi di G.B. Canepa e sculture di F. Scandellari. Via Riva di Reno-via Lame; linee bus 18, 29b, ferm. Lame.
13. Centrale idroelettrica del Cavaticcio: installata dal Comune nel 1994 sotto l.go Caduti del Lavoro, fornisce energia pulita sfruttando il salto d’acqua del Canale Cavaticcio (m. 14,5) utilizzato fin dal 1221 per alimentare vari opifici. L’impianto appartiene a Hera; per info eventi@consorzirenosavena - tel. 051.6493527. Largo Caduti del Lavoro. Linee bus di via Marconi.

14. Giardino del Cavaticcio: ricavato dalla copertura del canale, reca tracce della via che scendeva al porto; l’area è stata sistemata nel 2011 in seguito alla riapertura dell’ultimo tratto di canale e della darsena del porto cinquecentesco. Ingresso da via F.lli Rosselli; linee bus 33, 35, ferm. Don Minzoni.

15. La Salara e l’area del Porto: il porto dentro le mura fu realizzato dal Vignola (1548); l’unico edificio sopravvissuto alle demolizioni del 1934 è il magazzino dei Sali, eretto nel 1783-85 e restaurato fra il 1992-95. Adiacente alle sedi della Cineteca e del Mambo, dal 2002 la Salara ospita il “Cassero Gay Lesbian Center”. Info per visite tel. 051.0957200. Via Don Minzoni 18, Linee bus 33, 35, ferm. Don Minzoni.

16. Affaccio di via Malcontenti: veduta di un tratto del canale di Reno rimasto scoperto all’interno dell’isolato compreso tra le vie A. Righi, Bertiera e Piella; a sinistra è visibile l’antico accesso al canale, detto guazzatoio, utilizzato per avvicinare all’acqua animali e carri. Linea bus C, ferm. Righi.

17. La finestrella di via Piella: volutamente conservata per mantenere intatto lo scorcio sul canale dal sottoportico; gli affacci dalle vie Malcontenti, Piella e Oberdan, ripristinati nel 1998, rimandano alle vedute dipinte da vari artisti dell’800. Linea bus C, ferm. Righi.

18. Canale delle Moline: resta scoperto per un breve tratto nell’isolato fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca. Qui furono collocati i mulini da grano comunali (1219-1416), poi venduti a privati riuniti nell’Università delle Moline e Moliture, attiva fino alla seconda metà dell’800. Visibile dal terrazzo del bar di via Alessandrini 7. Linea Bus C, ferm. Righi.

19. Fossato delle mura a Porta Galliera: gli scavi archeologici (2001-03) hanno messo in luce parte del condotto ove scorrono le acque riunite dell’Aposa e del Canale delle Moline, che confluiscono nel Navile al sostegno della Bova. Ai lati della passerella due altorilievi in bronzo di Silverio Montaguti, realizzati (1910) per le fontane del Mercato delle Erbe di via Ugo Bassi. Linee bus 32, 33, ferm. P.ta Galliera.

20. Cisterna del Giardino dei Semplici: opera di Francesco Terribilia (1587), fu eretta al centro del primo orto botanico dello Studio, detto Orto dei Semplici, realizzato (1567) da Ulisse Aldrovandi nel Palazzo Apostolico; era destinata a raccogliere l’acqua in esubero delle fonti di piazza. Venne trasferita nel cortile della Pinacoteca (1886) a causa della costruzione della Sala Borsa; nel cortile del Palazzo Comunale rimane una copia. Via Belle Arti 56; Linee bus 32,33, ferm. P.ta S. Donato.